Per chi durante la degustazione ama sbilanciarsi e scoprire il vitigno in un calice che gli è stato offerto, i vini della Valle del Rodano sono una vera disgrazia. Perché per tradizione questi vini, bianchi o rossi che siano, sono per lo più realizzati assemblando diverse uve. A volte anche 5 o 6 varietà differenti. In questo caso, per fortuna, il taglio è più semplice ma non del tutto tradizionale. Victor Bérnard, infatti, propone questo interessante Chateauneuf du Pape, denominazione iconica della regione, frutto di un assemblaggio di Grenache, Syrah e Cinsault. Dei tre vitigni, questo ultimo è quello meno comune e dunque quello che potrebbe trarre in inganno un degustatore meno esperto. Vinificazione in acciaio a temperatura controllata con uso di lieviti selezionati, dopo la svinatura il vino viene lasciato maturare in botti di legno per circa un anno. Tanto è necessario affinché tutte le componenti del vino si armonizzino e diano vita a un insieme piacevole. Rosso rubino con riflessi granata, questo “vin rouge” è un meraviglioso prodotto da lungo invecchiamento. Il Syrah gli dona una piacevole speziatura che ben si integra con il ricco frutto e la delicata nota minerale che emerge dopo alcuni secondi. In tavola è il vino che si stappa quando arrivano gli arrosti o le carni in umido. Ma una volta nel bicchiere, questo è il vino che si sorseggia lentamente mentre si chiacchiera tirando tardi.