Vini Laziali

Vini Laziali

Il vigneto laziale si estende su una superficie di circa 50.000 ettari, su un terreno per metà collinare e per il resto equamente diviso tra pianura e montagna. La regione vanta 26 DOC e 3 DOCG, ma nonostante sia stata la culla della civiltà Romana, che in passato ha contribuito in misura preponderante alla diffusione su larga scala della tradizione vitivinicola, fatica oggi ad emergere nel panorama enologico italiano.

Principali vitigni per la produzione di vini laziali

In Lazio sono prevalenti i vitigni a bacca bianca, tra cui sono da citare malvasia del Lazio, malvasia puntinata, trebbiano giallo, trebbiano romagnolo, malvasia di Candia, trebbiano toscano, greco, cacchione, bombino bianco e grechetto, e gli internazionali chardonnay, sauvignon, semillon e pinot bianco. A bacca scura l'autoctono cesanese (comune e di Affile), montepulciano, sangiovese, e gli internazionali cabernet sauvignon, syrah e merlot.

Principali zone di produzione dei vini laziali

In provincia di Viterbo, presso Montefiascone si trova la DOC Est! Est!! Est!!!. Il nome deriva da una leggenda: si dice che un monsignore al servizio dell'imperatore Enrico V inviò il suo servo a cercare le migliori cantine della zona, intimandogli di segnare quelle reputate degne di nota scrivendo sulla porta la parola EST (è). A Montefiascone il servitore trovò un vino che gli piacque così tanto da fargli ripetere la parola EST per tre volte.

I Castelli Romani sono senz'altro la zona di produzione più conosciuta della regione. Poco distanti dalla capitale, si distinguono per la prevalenza di vini bianchi. Qui si trova la DOC Frascati, forse la più nota del Lazio. Le “frasche” da cui pare derivare il nome di quest'area sono il simbolo tradizionale del vino nuovo.

E nella stessa zona troviamo anche due delle DOCG della regione, il bianco dolce Cannellino di Frascati DOCG e il bianco secco Frascati Superiore DOCG, entrambi prodotti prevalentemente con Malvasia bianca di Candia e/o Malvasia del Lazio in uvaggio. Nel frusinate si trova infine la terza DOCG della regione, il Cesanese del Piglio DOCG, che si produce con il vitigno autoctono a bacca scura cesanese (d’Affile o comune).

 

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