Maroni
Cosa: Falanghina al 100%
Perché: Perché è facile da capire e piacevole da bere
Perfetto con: Crostacei, zuppe di pesce, pizza e formaggi freschi
Luca Maroni
Cosa: Falanghina al 100%
Perché: Perché è facile da capire e piacevole da bere
Perfetto con: Crostacei, zuppe di pesce, pizza e formaggi freschi
Italia
Vinificato e imbottigliato in Paternopoli (AV) da Socirtà Agricola Nativ SRL in Grottaminarda (AV)
Cupa del Paradiso è la Falanghina "entry-level" di Nativ. Un vino che "parla semplice, ma chiaro". E' l'espressione stessa della collina irpina in bottiglia. Con un nome che richiama stradine antiche e panorami campestri, porta subito a pensare a quel "pezzo di Paradiso" fatto di vigneti e campi. Tra Pietradefusi e Grottaminarda, tra i 350 e i 400?metri sul livello del mare, il terroir è fortemente influenzato dai venti freschi e da terreni argillosi, con qualche traccia di cenere vulcanica, frutto delle antiche eruzioni del Vesuvio. Il disciplinare Irpinia DOP richiede almeno l’85% di Falanghina, ma Nativ esprime il vitigno al 100%, puntando tutto sulla genuinità. Le uve, raccolte a mano nella seconda metà di ottobre, sono pigiate con delicatezza e fermentate in serbatoi inox a temperature contenute, per preservare aromi e freschezza. Non segue nessun passaggio in legno. Per questo Cupa del Paradiso resta diretto e trasparente, senza stravolgimenti. Una volta versato nel calice, mostra un colore luminoso e invitante. Al naso sprigiona note croccanti di frutta bianca, fiori delicati e un leggero sentore tropicale. In bocca è secco, minerale, con una sapidità che accompagna bene il cibo, e chiude su una nota morbida ma mai banale. E' un vino che funziona bene in ogni occasione. Dall’aperitivo ai piatti di pesce, come linguine alle vongole, zuppe di mare, fino a pizza o formaggi freschi. Il suo pregio? Essere un bianco irpino autentico, senza fronzoli, che dà immediate soddisfazioni.
Cantina dinamica e moderna, Vini Nativ nasce nel 2008 tra le colline dell’Irpinia, e per la precisione tra Paternopoli e Taurasi, in provincia di Avellino. Patron dell'iniziativa sono Mario Ercolino, enologo, e Roberta Pirone, biologa esperta in scienze alimentari. Il nome “Nativ” non è casuale: indica proprio il legame profondo con le varietà autoctone, nato dal desiderio di esaltare l’essenza del territorio attraverso vitigni locali. Oggi l'azienda può contare su circa 15 ettari di vigneto coltivato a Fiano di Avellino, Greco, Falanghina e Aglianico, oltre ad altre varietà autoctone minori che gli permettono di offrire un bouquet ampio e rappresentativo dell’Irpinia. In cantina Nativ coniuga tecniche moderne e rispetto per la tradizione: fermentazioni a temperatura controllata, affinamento in barrique o tonneaux solo quando serve per arricchire la complessità, oltre a varie sperimentazioni per preservare intatta l'identità varietale.
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