Le tradizioni vinicole del Trentino-Alto Adige risalgono a epoca pre-romana. Ai tempi di Carlo Magno era famoso tra le corti e i conventi di quella che è oggi la Germania del sud. A partire dal 1874 la Fondazione dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige è l’organo ufficiale che si occupa di regolare la viticoltura della regione.
Il Trentino-Alto Adige è una regione particolare, dal territorio quasi completamente montuoso, suddiviso in due zone diverse sia sotto l’aspetto pedoclimatico sia sotto quello etnico-linguistico: il Trentino, ovvero l’area della provincia autonoma di Trento, e l’Alto Adige, che corrisponde alla provincia di Bolzano. È la regione più a nord d’Italia ed è tra le regioni con la minor popolazione: circa un milione di abitanti su una superficie di 14.000 km2. Ma nonostante l’esiguità della sua popolazione il Trentino-Alto Adige è la regione italiana con la maggiore percentuale di DOC rispetto al totale della produzione vinicola.
Principali vitigni per la produzione dei vini trentini
In Valdadige, tra Rovereto e Salorno (Trentino), si coltivano i vitigni autoctoni a bacca rossa teroldego e marzemino (provincia di Trento): il vino che si ottiene dal marzemino è citato nel Don Giovanni di Mozart. La zona maggiormente vocata alla sua produzione è la zona classica d’Isera, comune di 2.654 abitanti a sud di Trento. Dal teroldego si ottengono per lo più vini fruttati, vivaci e scarsamente tannici. Al confine con l’Alto Adige si trova invece un altro vitigno tipico, la schiava. Dal vitigno nosiola, in Valle Sarca, si ottiene il Vino Santo, un passito dai tipici sentori di nocciola ("nosiol" nel dialetto locale). Una parte molto importante della viticoltura trentina è pero rappresentata dai vitigni internazionali. Le pressioni della nobiltà ai tempi dell’impero austro-ungarico hanno favorito la diffusione di vitigni bordolesi quali il merlot e il cabernet. Il vitigno non autoctono che però caratterizza maggiormente la regione è lo chardonnay, col quale vengono prodotti vini spumanti che sono una delle espressioni più conosciute del Trentino enologico.
Principali vitigni per la produzione dei vini dell'Alto Adige
La zona più meridionale del Trentino-Alto Adige è influenzata dal Lago di Garda e si distingue per un paesaggio dominato dalla macchia mediterranea, che però cede il passo a una vegetazione di tipo alpino man mano che si procede verso il nord della regione, l’Alto Adige, dove si trova la provincia di Bolzano. Anche qui è diffusa la schiava, oltre a un altro vitigno autoctono, il lagrein, con cui si producono vari vini dalle caratteristiche piuttosto diverse, come il Lagrein Scuro, il Lagrein Dunkel (un rosso setoso e di carattere) e il Lagrein Rosato (o Kretzel). Il nome di questo vitigno deriva probabilmente dalla Vallagarina, l’ultimo tratto della valle attraversata dal fiume Adige. Dai moscati giallo (goldmuskateller) e rosa (rosenmuskateller) si ottengono vini, non solo dolci, di altissima qualità. Uno dei vitigni sicuramente più conosciuti è il traminer aromatico, meglio noto come gewürztraminer, alla base dei tipici vini bianchi aromatici. Sono sempre più diffusi metodi di allevamento della vite come Guyot o cordone speronato, ma il metodo tradizionale è la pergola trentina semplice o doppia. In Alto Adige si trova la Südtiroler Weinstraße (Strada del Vino dell’Alto Adige), che si snoda per circa 70 km toccando 15 comuni da Nalles a Cortina sulla Strada del Vino. Ricordiamo tra le espressioni di maggior rilievo della DOC Alto Adige il Pinot Grigio, Pinot Nero, Riesling e Sauvignon.
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