La vinificazione in rosato
Un po’ a metà strada tra un vino bianco e uno rosso, profumi freschi e piacevoli, sentori fruttati ma soprattutto floreali. Di cosa stiamo parlando? Ma del vino rosato ovviamente, facile da individuare quanto da apprezzare.
Già guardandone il colore nel calice è possibile capire molto. Ad esempio se il rosato nel bicchiere tende ad avvicinarsi di più ad un rosso, grazie al maggior corpo, al profumo più intenso, oltre ad una colorazione più accesa. O al contrario, se assomiglia più ad un bianco, per la delicatezza e l’acidità espressa in bocca. Per questo è tutt’altro che semplice il mestiere dell’enologo, che deve dare il proprio contributo fondamentale affinché, nel bicchiere, il rosato non risulti né annacquato né stucchevole, ma preservi, oltre alla florealità, le sensazioni dell’uva appena pigiata.
Metodi
La vinificazione in rosato è ottenuta vinificando uve a bacca rossa che abbiano poca pigmentazione, come ad esempio il pinot grigio, oppure mescolando uve bianche ed uve rosse ottenendo così dal punto di vista cromatico e organolettico una vinificazione intermedia, effettuata a basse temperature.
Un secondo metodo si ottiene attraverso una vinificazione in rosso ridotta: il minor tempo di macerazione sulle vinacce conferisce un colore più tenue, effettuando comunque il più delle volte una svinatura in bianco.
In tutti i casi si distinguono i rosati rosa tenue, i chiaretti (dal colore più simile ai rossi) e i cerasuoli. Nel caso le uve utilizzate presentino un colore più intenso, la vinificazione può avvenire in bianco, ovvero eliminando le bucce subito all’inizio della fermentazione.
La produzione di vino rosato in Italia copre all’incirca il 10 - 12% del totale, ma salvo rare eccezioni solo nelle regioni Veneto, Puglia e Abruzzo la qualità dei vini rosé regge il confronto con i rossi e i bianchi di fascia alta, anche se spesso relegati a preziose indicazioni geografiche tipiche. In particolare, da servire freschi ma non freddi, degni di menzione sono il Bardolino Chiaretto, il Cerasuolo d'Abruzzo e il Negroamaro Rosato. Generalmente i vini rosati non sono molto adatti all’invecchiamento, infatti tendenzialmente si consiglia di berli entro 1 - 2 anni.
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